Rilassati, sei a Piana Romana.


È una contrada di Pietrelcina, e prima che vi sorgesse una chiesetta era come il resto del territorio, ricca di vigne, di olmi di querce e ulivi. La piccola masseria dei Forgione unitamente a quelle più grandi degli Scocca e degli Orlando, erano le uniche case di una borgata immersa nella campagna da cui, con lo sguardo, si domina Pietrelcina. Qui, durante la sua fanciullezza, il piccolo Francesco accudiva il suo minuscolo gregge. Si racconta che sull’aia della masseria incontrò un giorno il giovane "monaco di cerca" fra Camillo, la cui barba fluente dovette colpire particolarmente l’animo di San Pio fanciullo, perché ardentemente desiderò farsi “monaco con la barba” .

 
 

 Durante gli anni passati a Pietrelcina, per motivi di salute, San Pio trascorreva gran parte del tempo alla masseria di Piana Romana per respirare aria pura che giovava ai suoi polmoni malati. “...mi trovo in campagna a respirare un po’ d’aria sana, dietro che ne ho sperimentato la miglioria”. [Epist. I, lett. 44]. Quando la calura diventava insopportabile, egli studiava e pregava all’ombra di una capanna di paglia addossata ad un olmo. E proprio a Piana Romana, sotto quell’olmo ebbero inizio gli strazianti dolori dei segni divini che San Pio stesso descrive in una lettera al padre spirituale Benedetto da San Marco in Lamis, datata 8 settembre 1911:

[...] Ieri sera mi è successa una cosa che io non so nè spiegare nè comprendere. In mezzo alla palma delle mani è apparso un po’ di rosso. Questo dolore era più sensibile in mezzo alla mano sinistra, tanto che dura ancora. Anche sotto i piedi avverto un po’ di dolore. Questo fenomeno è quasi da un anno che si va ripetendo”. [Epist. I, lett. 44].

 

Una lunga passeggiata.


La via del Rosario è la vecchia strada di campagna che San Pio percorreva per recarsi da Pietrelcina a Piana Romana, dove i genitori possedevano una masseria e un po’ di terreno. Una volta superata la piazzetta medioevale del
“Rione Pantaniello", ci si trova a percorrere una strada fiancheggiata da alberi che in poco più di mezz’ora porta a Piana Romana. Immersi in un paesaggio incantevole, si attraversa il ponticello sul torrente Quadrielli, "Adesso passa il Santo!... Adesso passa il Santo!...”, qui mostruose apparizioni riflesse dall’acqua del torrente sottostante il ponticello, apostrofavano con tali parole San Pio, che si difendeva con la preghiera e in particolare con il “Rosario”.  È diventata col tempo la Via Crucis di Pietrelcina. La suggestione e le emozioni che si provano a percorrere a piedi la via del Rosario bisogna solo viverle perché è impossibile descriverle.


 

Pietrelcina, la città natale.


Nel borgo medioevale di Pietrelcina, in vico storto valle, si trova l'abitazione dove alle ore cinque del pomeriggio del 25 maggio 1887 venne alla luce il piccolo Francesco Forgione, figlio di Grazio e Maria Giuseppa De Nunzio.
 Nel pavimento della stanza, dove nacque San Pio, si apre una botola di legno "cataratta", che permetteva di comunicare, per mezzo di una scala in legno "scalandrone", con un locale sottostante che veniva adibito a magazzino.

Poco distante, nella zona che anticamente veniva chiamata "ncapo la terra", sul versante a picco del "Morgione" sorge la chiesa di Sant'Anna. Documenti dell'archivio Vaticano fanno risalire la sua presenza come struttura parrocchiale al XIII secolo, mentre le attuali mura furono innalzate dopo il terremoto del 5 giugno 1688. Fu chiesa parrocchiale sino al 4 febbraio 1843, data in cui in seguito a Rescritto Pontificio, il titolo venne trasferito all'attuale chiesa madre. All'interno della chiesa di Sant'Anna si conservano i resti calcinati di San Pio martire, estratti dalle catacombe romane di Priscilla e donati al popolo pietrelcinese, nel 1801 dal feudatario Carafa che le aveva ricevute da Papa Pio VII. In una grande nicchia, sovrastata da un arco in stile barocco, è conservato il settecentesco fonte battesimale in pietra col suo ciborio in legno, dove San Pio la mattina del 26 maggio 1887, col nome di Francesco, ricevette il Sacramento del Battesimo dal curato don Nicolantonio Orlando


 
 

La chiesa S. Maria Degli Angeli è l'attuale chiesa madre e sede parrocchiale di Pietrelcina. Ubicata nei pressi della piazza SSma Annunziata, fu consacrata dall'Arcivescovo di Benevento Cardinale Orsini (Papa Benedetto XIII) il 21 di ottobre del 1701, nel corso di una visita pastorale. Il campanile è sormontato da un maestoso gallo, opera del ramaio pietrelcinese Abele Mandato. Il gallo è posto con la testa rivolta ad Oriente, in simbolica annunciazione della nascita del sole e fine delle tenebre. In questa chiesa, il 14 agosto 1910, Padre Pio celebrò la sua prima messa e tutte le altre "lunghe messe" durante il periodo di permanenza, per motivi di salute, a Pietrelcina. Qui ebbe molte estasi, che lo videro spesso privo di sensi ai piedi dell'altare maggiore e della statua della Madonna della Libera.


La costruzione del Convento sorge nella zona detta "Gregaria" perché durante il periodo feudale, il feudatario pro-tempore permetteva dietro compenso, il pascolo al bestiame dei cittadini del feudo. Il luogo nel quale è sorto l'edificio venne indicato da San Pio che durante le passeggiate con l'arciprete Salvatore Pannullo sentiva nella zona un coro di Angeli e le campane che suonavano a distesa. La chiesa e il seminario attiguo sono stati costruiti grazie alla magnanimità della ricca benefattrice americana Mary Pyle, tanto devota a San Pio. Il progetto fu realizzato dall'Ing. Todini e il 13 giugno 1926 il Cardinale Luigi Lavitrano benedisse la prima pietra. Si racconta che i pietrelcinesi portarono ciascuno una pietra prelevata dalla diroccata Chiesa del Purgatorio e che al calar della sera, una grande croce bianca si alzò dal mucchio di pietre restando fissa per un po' di tempo per poi scomparire gradualmente verso il cielo. Durante la seconda guerra mondiale, il convento adibito ad alloggi per le truppe alleate fu danneggiato e dopo lavori di adattamento nel mese di aprile del 1947 arrivarono i primi frati Cappuccini. Il primo Superiore fu padre Luca del Gargano. L'anno successivo fu inaugurato il seminario. La chiesa dedicata alla Sacra Famiglia fu consacrata il 20 Maggio 1951 da parte del Monsignor Agostino Mancinelli Arcivescovo di Benevento.